PERFORMANCE

Quando lo stress aiuta la performance?

Pace interiore è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai, sono in perfetta armonia.

Mahatma Gandhi

Come ci insegna un grande maestro come Gandhi, per essere in pace con sé stessi è necessario trovare un equilibrio tra i nostri movimenti interni e ciò che esprimiamo all’esterno. Questo significa anche essere pienamente nel Qui e Ora ovvero vivere il momento presente con coinvolgimento e soddisfazione personale.

Quando si vive tale stato di benessere il nostro livello di stress è in equilibrio e percepiamo un’attivazione ottimale che ci permette di svolgere al meglio le nostre attività. Infatti, sebbene produca anche effetti indesiderati, lo stress ha anche un ruolo buono per il nostro organismo e viene, in tal caso, definito eustress: ci mette in azione, affina concentrazione e memoria e ci permette la risoluzione creativa di problemi. Esso può favorire in modo positivo il nostro adattamento a cambiamenti ed imprevisti permettendoci di trovare la giusta strategia, di prendere decisioni e avere nuove idee.

Secondo la legge Yerkes-Dodson (1908) esiste una relazione tra il livello di stress e la performance: l’aumento dell’attivazione può aiutare a migliorare le prestazioni, ma solo fino a un certo punto, infatti, nel momento in cui l’eccitazione ed il carico diventano eccessivi, trasformando l’eustress in distress, le prestazioni diminuiscono.

Per questo ai fini di una corretta gestione dello stress è necessario riconoscere le fonti di stimolazione positive distinguendole dall’eccesso di stress che ci mette in difficoltà, il distress appunto, mettendo in atto di atteggiamenti e comportamenti che ci possano aiutare a gestirlo per ritornare in un equilibrio ottimale.

Cosa ci permette di mantenere lo stress “buono”?

  1. Una caratteristica da allenare quotidianamente è quella di lavorare sulla nostra necessità di controllo e “prevedere l’imprevisto. Se mettiamo in conto che non tutto andrà come lo abbiamo pensato, pianificato o previsto allora sarà più possibile accogliere i cambiamenti e trovare nuove strade senza farsi pervadere da sensazioni negative legate all’aumento dello stress, all’ansia e all’irritabilità.
  2. Inoltre, è necessario avere consapevolezza dei nostri limiti e non finire nel circolo vizioso del “fare” pensando che facendo di più si ottenga anche di più. È l’equilibrio che permette di esprimere il meglio di sé e si trova tra una giuste dose di stimoli e il rispetto del proprio tempo.
  3. Infine, dobbiamo diventare capaci anche di “non fare”. Il riposo, l’inattività e la noia favoriscono la creatività, permettono alla mente di generare nuove connessioni e di tornarne in azione.

Lo stress “buono” (eustress), quindi, è l’energia che ci spinge verso il raggiungimento dei risultati che si esaurisce una volta raggiunto l’obiettivo mentre lo stress “cattivo” (distress), che deriva da un’eccessiva stimolazione, genera sentimenti negativi, dispersione di energia, disorganizzazione che rendono più difficile arrivare ai risultati sperati causando insoddisfazione.

A livello biologico, il sistema nervoso autonomo, deputato alla regolazione interna, lavora in modo coordinato quando i periodi di attività (sistema nervoso autonomo simpatico) si alternano reciprocamente con periodi di inattività (sistema nervoso parasimpatico) pertanto sono fondamentali momenti di riposo che consentano di ritornare alla piena attività senza rischiare di perdere la lucità e “congelarsi” (freezing) in seguito all’eccesso di stress (Porges, 2014).

A questo link puoi trovare un video con alcuni consigli.

Esercizio: affrontare la giornata “senza stress”.

  1. Inizia le tue giornate con qualcosa di piacevole.
  2. Prenditi tempo per pianificare l’agenda e ricordati di dare spazio anche a eventuali imprevisti: non riempirti di impegni fino all’orlo in modo da poter gestire eventuali emergenze o fare qualcosa in più se lo vorrai nel caso non ci siano intoppi.
  3. Cerca di smaltire prima le urgenze e le emergenze, in modo calmo e metodico, così il resto delle attività risulteranno più piacevoli.
  4. Fermati un momento quando termini un’attività per dare un piccolo spazio alla soddisfazione.
  5. In ultimo, ma non per importanza, RINGRAZIATI SEMPRE PER I TUOI SFORZI.

Ricordati sempre, in caso di problemi: FERMATI, RESPIRA, RICALCOLA e RIPARTI.

E andrà tutto bene 🙂

A presto, Marica

Bibliografia

  • McIntoshD., Horowitz J., Stress. Trasformare la pressione in energia positiva: guida pratica, Demetra, Milano, 2019.

Sitografia

Eustress e distress

Legge di Yerkes e Dodson: stress utile alle prestazioni

La legge che spiega la relazione tra stress e performance

Lo stress non è solo nella testa

La Teoria Polivagale

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1 pensiero su “Quando lo stress aiuta la performance?”

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