“La disciplina è il ponte tra l’obiettivo è il risultato.”- Jim Rohn
La disciplina è la dote di riuscire a portare a termine sia quello che ci piace fare che quello che non ci piace qualora sia necessario a raggiungere uno scopo. Essere disciplinati significa dominare i propri istinti, impulsi, a volte anche desideri, perseguendo con sforzo e sacrificio una meta prefissata.
Essa ha un connotato positivo qualora si trasformi in una spinta verso un risultato auspicabile per sé stessi e per gli altri ma, estremizzata, nasconde lati negativi: può favorire la sottomissione e l’annullamento del senso critico conducendo a portare a termine qualcosa non perché si vuole davvero ma semplicemente perché va fatto.
Al fine di raggiungere davvero la realizzazione del proprio sé è necessario trovare un’equilibrio tra queste due parti: da un lato lavorare per migliorare la propria autodisciplina e contrastare la procrastinazione ma dall’altro mantenere uno sguardo aperto al fine di riuscire a prendere un’altra strada quando necessario senza rimanere su un binario prestabilito solo perché lo abbiamo scelto in precedenza o ci è stato chiesto.
D’altro canto, per raggiungere qualsiasi obiettivo, sarà necessario affrontare anche sfide spiacevoli e l’assenza di un atteggiamento disciplinato può portare, appunto, alla procrastinazione la quale conduce a rimandare compiti percepiti come spiacevoli, gravosi, difficili o insormontabili.
Essa, spesso, nasconde paura e bassa autostima che ci fanno pensare di non essere in grado di terminare con successo ciò che ci siamo prefissati. Procrastinare si trasforma in una forma di evitamento: un meccanismo di difesa che ci permette di non entrare in contatto con emozioni sgradevoli e può essere l’unico modo che la persona ha trovato per gestire uno stato d’animo poco piacevole.
Lavorare sulla della fiducia in sé stessi aiuta a fare i passi giusti e sono questi stessi piccoli risultati che la rinforzano facendo crescere al proprio interno impegno, volontà determinazione e motivazione che sono poi le spinte che aiutano ad andare avanti e fare un passo in più. Uscire, quindi, dal circolo vizioso della procrastinazione creando degli step raggiungibili ed avendo cura di prendersi delle pause quando necessario, è proprio la chiave per sentirsi in grado di soddisfare le proprie esigenze e necessità.
A volte, però, il percorso da percorrere non risulta molto chiaro, allora, il primo passo è fare chiarezza su dove siamo diretti, capire i passi da fare e creare routine e buone abitudini che quotidianamente ci aiutino a portare avanti il proprio lavoro.
Ecco alcune domande che possono favorire questa autoanalisi:
- Dove voglio arrivare?
- Quali sono i miei punti di forza e le mie aree di miglioramento?
- Come posso usare al meglio i miei punti di forza?
- E come posso, invece, colmare le mie aree di miglioramento?
- Tra quanto voglio arrivare alla mia meta?
- Quali sono le tappe intermedie?
- Qual è il primo passo? Cosa devo fare adesso?
A questo link puoi trovare un video con qualche consiglio al riguardo.
Altre volte, invece, anche se è tutto chiaro in testa è comunque difficile mettersi in azione, allora, può essere utile prima “immaginare” cosa vogliamo fare. L’immaginazione positiva accende l’azione e crea la predisposizione mentale giusta per attuare ciò che abbiamo in mente. Di seguito, vi propongo un esercizio di visualizzazione.
Esercizio: visualizzare l’obiettivo.
Prima di metterti all’opera, chiudi gli occhi e immaginati mentre studi, lavori o sei intento a compiere ciò che hai in mente e lo fai con successo. Percepisci il senso di soddisfazione che otterrai e accendi il tuo pensiero positivo:
“So che sono in grado di farcela, so che posso farlo, voglio mettermi in azione in questa cosa e superò la sfida anche se adesso mi appare difficile.”
Metaforicamente, l’immagine di superare una “porta” durante un percorso può essere utile al fine di visualizzare il passaggio necessario per raggiungere una tappa o superare un ostacolo verso l’obiettivo finale. Una volta superata, sarà importante fermarsi a percepire la soddisfazione della riuscita per assaporare il divenire di un cambiamento che, spesso, non è solo in termini di risultato ma è anche interiore. Fare questo ci motiva a raggiungere e superare la porta successiva, ponendo l’attenzione sia su quanta strada abbiamo già percorso che su quella ancora da fare, spronati dal fatto che, date le porte già superate, riusciremo a fare lo stesso con quelle che si presenteranno.
E adesso, fai il primo passo.
A presto, Marica
Bibliografia
- Krishnamurti J. (1954) La ricerca della felicità, Mondadori Libri, Milano.
Sitografia