BENESSERE

Lo STRETCHING muscolare è molto importante, allora perché ci “stressa” farlo?

Sapevate che le fibre muscolari hanno una lunghezza ideale alla quale sviluppano il massimo dell’ efficacia? Se allungati in modo patologico (es. stiramento muscolare) o accorciati in modo patologico (es. contrattura muscolare, crampi muscolari) non sono in grado di svolgere un lavoro ottimale.

Ma procediamo, come al solito, con ordine, dando qualche informazione in più riguardo la funzione del nostro apparato muscolo-scheletrico in questo caso specifico.

La nostra muscolatura “volontaria”, ovvero quella correlata alla postura e al movimento del nostro corpo, si può distinguere sul piano funzionale in:

  • muscolatura di tipo FASICA: ha funzione dinamica, si attiva in maniera episodica quando viene sollecitata e determina il movimento;
  • muscolatura di tipo TONICA: ha funzione di mantenimento della postura statica, è in uno stato di tensione quasi permanente.

Una retrazione o accorciamento di questi muscoli o un loro eccessivo stato di allungamento, impedisce quindi uno sviluppo di forza e resistenza ottimali, determinando quindi situazioni variabili di impossibilità al movimento, dolore e affaticamento eccessivo al movimento, diminuzione della forza muscolare, con conseguente diminuzione della performance muscolare in toto. In riferimento alla muscolatura “posturale” una retrazione della stessa può quindi determinate un’ alterazione della postura con conseguenti stati di affaticamento cronico muscolare, sindromi posturali accompagnate da dolori cronici spesso migranti e scarsamente localizzabili.

E’ importante evidenziare, inoltre, che per un’ ottimale sviluppo di forza muscolare vi è da tener conto dell’ elasticità delle componenti elastiche connettivali come sd esempio i tendini muscolare, l’ apparato legamento-articolare etc.

Risulta a questo punto evidente come vi sia una stretta correlazione tra LUNGHEZZA muscolare e FORZA sviluppata (= efficacia del movimento, performance muscolare), quindi una buona mobilità articolare, un apparato muscolo-tendine tonico, flessibile e caratterizzato da elasticità ottimale sono qualità fondamentali e determinanti un corretto sviluppo ed incremento della FORZA muscolare sia tonica (mantenimento di un corretto assetto posturale) che fasica (incremento dell’ efficacia nell’ attività fisica sia quotidiana che sportiva).

Allora, se fare stretching è così importante per il nostro benessere fisico, e ne abbiamo a questo punto consapevolezza, perché siamo spesso così restii e demotivati nel farlo?

Per trovare corretta risposta a questa domanda dobbiamo far riferimento non solo a componenti corporee, ma dobbiamo scomodare componenti cognitive che riguardano quindi il nostro atteggiamento mentale.

Prima di tutto, le MOTIVAZIONI sono il motore che ci permette di muoverci in diverse direzioni nelle nostre scelte e nelle nostre azioni, quindi essere a conoscenza del reale effetto benefico che l’ attività intrapresa ha sul nostro organismo potrebbe essere un inizio, uno starter, ma spesso e volentieri questo non è sufficiente. Perché? E qui, bisogna andare a scomodare un’ altra componente cognitiva, le EMOZIONI. L’ attività da svolgere (in questo caso lo STRETCHING) potrebbe generare emozioni spiacevoli, di disagio e quindi una situazione di STRESS.

A tal proposito ricordiamoci che lo stress può essere tanto una risorsa positiva (EUSTRESS) stimolante e motivante, quanto un elemento negativo (DISTRESS) disturbatore che distoglie dall’ obiettivo e modifica le nostre motivazioni.

Nell’ ambito del DISTRESS possiamo distinguere:

  • lo STRESS da NOIA = quando l’ attività proposta, stretching, è ripetitiva e al di sotto  delle nostre capacità, “troppo facile”, diventa poco stimolante e spesso viene eseguita con svogliatezza, senza concentrazione, per tempi troppo brevi e con scarsa efficacia;
  • lo STRESS da FRUSTRAZIONE = quando l’ attività proposta, stretching, è troppo sopra le nostre capacità e ci poniamo obiettivi, al momento, apparentemente o realmente irraggiungibili, troppo distanti dal nostro punto di partenza; in questo caso gli esercizi saranno eseguiti con una sorta di “ansia da prestazione” e con conseguente frustrazione nel caso tali obiettivi non vengano raggiunti in tempi brevi, l’ attività verrà così abbandonata in poco tempo.

Ma quindi come evitare queste situazioni? Cercando la giusta motivazione ed un giusto equilibrio tra il nostro punto di partenza e gli obiettivi preposti, che devono essere concreti, chiari e gradualmente realizzabili. Ricordandoci che tali obiettivi possono essere modificabili nel tempo portando ad un macro obiettivo, che in questo caso è il miglioramento in toto dell’ elasticità muscolo-tendinea, col fine  ottenere il più corretto assetto posturale, e la miglior performance muscolare in termini di forza e resistenza.

– Per una valutazione  di tipo psicologico-motivazionale dell’ argomento vi invito a leggere l’ articolo, in precedenza pubblicato dalla Dr.ssa Marica Vignozzi, riguardante il FLOW e lo stress –

E ricordate:

Il rispetto passa attraverso la conoscenza, per rispettare se stessi bisogna conoscersi!

Conoscere  per prendersi, realmente e completamente, cura di sé!

OPEN YOUR MIND

FREE YOUR BODY

LIVE YOUR LIFE-STYLE

Dr.ssa Silayan Erfe D.

 

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